La melodia delle piccole cose di Carlotta Pugi | Recensione di Deborah

 

 

Il caschetto di capelli giallo fluorescente ondeggia, raccolto con una fascia sopra la testa e gli occhi azzurri privi di trucco. Una pin-up aliena.
Ma quegli occhi… sembra che il cielo si sia trasferito in quelle iridi.
Enormi ed espressivi come i migliori manga giapponesi. Niente parrucca da unicorno, per l’occasione ha deciso di trasformarsi in evidenziatore.
Doppio passo e piroetta. Moonie sfida con lo sguardo il suo compagno di disavventura.

 

Editore: Leggereeditore
Data di uscita: 26 settembre 2018
Pagine: 352
Prezzo: 17.00 €
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Cecilia Rachel Romano, per i fan di tutto il mondo Moonlight, è una popstar dalla voce potente, il ritmo nel sangue e un carattere esplosivo. Il suo tour mondiale è alle porte e dato il successo cui è destinata, la casa discografica le impone di collaborare con Ludovico J. Alberti, un genio della musica che sembra irritato tanto dalla sua ecletticità quanto dai suoi pezzi pop. Nonostante l’esuberanza dell’una e l’apparente invulnerabilità dell’altro, i due si trovano a convivere sotto lo stesso tetto, costretti in una collaborazione che ne metterà a dura prova i nervi. nella meravigliosa cornice di Cortina d’Ampezzo, le loro personalità entrano in collisione, emergendo per quelle che sono: un vulcano con le ali da farfalla lei, un astro che sembra inamovibile lui.

 

 

L’amore e la musica, sono due elementi potenti che colorano le nostre vite, immaginare un’esistenza senza le sfumature di essi è quasi impossibile, si concretizzerebbe una realtà grigia e triste. La melodia delle piccole cose è una storia romantica, un’immersione in una realtà di fantasia che regala piacevoli momenti di evasione. I protagonisti sono due personaggi difficili e complicati (anche troppo!), siete pronti a conoscere l’amore tra popstar Moonlight e il genio della musica Justice?

 

Distrutto si dice di un panorama che ha subito una catastrofe naturale. Gli edifici dopo il terremoto. Le città dopo uno tsunami. La costa dopo un uragano.Distrutto posso dirlo anche di qualsiasi cosa ci sia dentro di me, perché la eco di una voce che non ho più rimbomba all’infinito e ancora nessuno sa dirmi se l’ingombrante silenzio a cui sono costretta sarà limitato alla convalescenza o… Chiudo gli occhi, sedando il panico che mi attanaglia l’anima e che mi sta rendendo anche cieca e sorda a qualsiasi cosa non sia il mio terrore. Distrutto è il mio presente e il mio futuro è troppo incerto per non definirlo tale.

 

Moonlight è una cantante pop di fama internazionale, i suoi successi vengono cantati e ballati in tutto il mondo. La sua casa discografica le impone, visto il suo successo, di cantare ad un importante evento accompagnata dalla musica di Ludovico J. Alberti, genio della musica. Moonlight è una persona all’apparenza estroversa, positiva e solare, sicuramente dotata di una personalità spumeggiante e colorata; dentro però è molto fragile, spesso è caduta nella braccia dell’oscurità, ma grazie agli affetti è sempre uscita a testa alta dalla depressione. Justice invece è un uomo burbero ed anaffettivo, la sua vita è un sentiero buio ed inaccessibile per ogni persona. L’uomo non prova assolutamente a nascondere o dissipare le sue ombre, ha un atteggiamento negativo nei confronti delle altre persone, non è capace di provare affetto e sente di non meritarne in virtù delle sua infanzia difficile.

 

La voce di Moonie inizia a riempire l’aria e ci metto un attimo a capire il motivo per cui anche il vento che si è alzato in poche ore decide di fermarsi: dei presenti solo Regina, Fergus e io abbiamo ascoltato la nuova Moonie.
È la medesima, invece, la sua abilità di annullare il mondo intorno a sé. Il tono caldo e potente cattura insieme alla sua personalità. È il suo dono, tra gli altri. «Ci sono volte in cui il cuore fa male. Fa così male che potrebbe frantumarsi a ogni respiro.» Mi scambio uno sguardo d’intesa con Regina: sale e scende di tonalità con più dimestichezza. E questo mi fa fremere di orgoglio e cadere nel baratro.

 

I due si tritrovano a collaborare per rendere la serata un successo straordinario, le loro personalità cozzano da subito ma in comune hanno la professionalità e passione con cui svolgono il proprio lavoro. Durante questo evento si concretizza per Moonlight forse il più grande incubo di ogni cantante, le sue corde vocali messe sotto sforzo non reggono più e nel bel mezzo dell’esibizione la abbandonano. Dopo una serie di visite mediche ed interventi la cantante è costretta a ritirarsi dalla scena pubblica, annullando il suo tour mondiale, per cercare di recuperare la propria voce. Il successo dell’intervento non è garantito, Moonlight dovrà rimanere in perfetto silenzio per diversi mesi, e non è detto che la sua voce sarà identica a quella di una volta. Per questo decide di rifugiarsi con la sua assistente Regina, in uno chalet privato a Cortina d’Ampezzo, dove dopo un periodo vengono raggiunti da Justice e Fergus. Justice viene ingaggiato dalla casa discografica, che è la stessa di quella di Moonlight, per spiare i progressi della ragazza e stabilire se sarebbe potuta tornare sul palco, inizia così una convivenza forzata all’insegna della menzogna.

 

Chiudo gli occhi e imprimo sullo spartito della mia anima l’ultimo bacio che mi sta concedendo. Mi serve per respirare l’ultima volta il suo profumo. Mi serve per fraseggiare il battito del suo cuore quando dovrò darmi una buona ragione per andare avanti. «Io non voglio un amore che duri tutta una vita» mormora sulle mie labbra, con gli occhi che esprimono tutta la sua sofferenza. «Io voglio un amore che vada oltre, che sia eterno.»Mi allontano e metto fine a questo supplizio. E non è la notte fredda di questo inverno italiano a gelarmi, ma i singhiozzi di Moonie alle mie spalle.

 

Come potrete immaginare, i due dal non sopportarsi assolutamente, diventano via via più intimi conoscendo le varie sfaccettature delle reciproche personalità, fino ad essere irrimediabilmente attratti l’uno dall’altra. La loro relazione non sarà facile visto i caratteri ed impegni di entrambi e non dobbiamo dimenticare la bugia che aleggia. Lo stile di scrittura dell’autrice è scorrevole, la sua narrazione è composta soprattutto di discorsi diretti, le descrizioni sono poche e le ambientazioni risultano poco incisive ai fini della storia. Il personaggio che mi è piaciuto di più è sicuramente Regina, ma anche Fergus è molto interessante, al contrario dei due protagonisti che non mi hanno lasciato nulla di nuovo. Sono entrambe persone molto difficili, con vite a dir poco problematiche, forse davvero troppo; questo mi ha dato la sensazione che non avessero niente di reale, li ho vissuti in modo molto distaccato, unicamente da “spettatore”.

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa Leggereditore per la copia omaggio

May the Force be with you!
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